sabato 29 marzo 2014

Peter Kolosimo - Veglianti, Atlantide, Ceram

Peter Kolosimo - Veglianti, Atlantide, Ceram

Peter Kolosimo (pseudonimo di Pier Domenico Colosimo; Modena, 1922 – Milano, 1984) è stato uno scrittore e giornalista divulgatore italiano. 

E' considerato uno dei fondatori della archeologia 'eretica' (anche nota come pseudo-archeologia), la quale si propone di studiare le origini delle antiche civiltà mediante metodi spesso non accettati dalla comunità scientifica, e in particolare la teoria degli antichi astronauti, che ipotizza il contatto di civiltà extraterrestri con le antiche civiltà umane.

Nel 1969 vinse il Premio Bancarella con il libro Non è Terrestre. Le sue opere sono state tradotte in 60 paesi, tra i quali Russia, Giappone, Cina, e risulta essere uno degli scrittori italiani più conosciuti al mondo.


Tutti quelli che si ritrovano qualche annetto sul groppone, ricorderanno che prima del web reperire materiale che trattasse argomenti non convenzionali con un minimo di lucidità e competenza, era piuttosto complicato. Per molti, all'epoca, i libri di Kolosimo insieme a quelli di Ian Stevenson e pochi altri autori, erano come  la classica oasi nel deserto. Oopart, Atlantide, piramidi egizie, società segrete, spiritismo, poteri mentali, sono solo alcune delle tematiche trattate dal ricercatore modenese. Molti ragazzini di provincia delle generazioni pre-internet furono indotti ad l'inseguire il 'coniglio bianco' proprio dalle affascinanti opere di Kolosimo.

Oggi la figura di Kolosimo e la sua eredità scientifica non sono tenute in altissima considerazione, al punto che c'è chi lo ha definito un 'patafisico' ("la scienza delle soluzioni immaginarie"). Alcune sue posizioni, dettate da uno spirito spiccatamente materialistico e forse da esigenze di politica editoriale, potevano anche risultare non del tutto condivisibili, ma il suo contributo alla riapertura di casi e di menti umane solo apparentemente 'chiusi', alla ridiscussione di una serie di 'dogmi' scientifici, fu assai prezioso; siamo certi che la sua immagine sarà rivalutata, oltre che dai continuatori della sua opera, anche dalla scienza ufficiale.

Quella che segue è la sintesi di una intervista - fiction pubblicata sulla rivista Tracce d'Eternità, la quale si propone di ricomporre alcuni tratti del pensiero del ricercatore modenese dal dialogo con i lettori che intratteneva regolarmente sulle pagine della rivista Pi Kappa. 

INTERVISTA A PETER KOLOSIMO

Un sogno che si avvera, almeno per me, da sempre estimatore di Peter Kolosimo, compianto divulgatore di tematiche misteriose che ancor oggi affrontiamo su Tracce d’eternità.

Realizzare un’intervista, fuori dal tempo e dallo spazio, cercando le risposte tra le pagine di Pi Kappa, la rivista mensile che Kolosimo portò in edicola all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso.

Parole tratte direttamente dallo spazio che Peter riservava in apertura al colloquio con i lettori. Per immaginarci a tu per tu e farci una bella chiacchierata con l’autore di tanti libri di successo, i cui scritti hanno così influenzato quest’insana passione che nutriamo verso il mistero.
(...)
Nella speranza che questa mia fatica “taglia e cuci” possa trasmettere, almeno a qualcuno di voi, un brivido, un’emozione, quel qualcosa di indefinibile che dovrebbe stare sempre a monte della ricerca; come fosse uno stato di torpore capace di accendere la scintilla della fantasia e veicolare i nostri sogni nella realtà.
In fondo, quel che avrebbe voluto quel gran sognatore di Kolosimo.

Peter, all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso compariva in edicola la tua rivista Pi Kappa, cronache del tempo e dello spazio. Conservo gelosamente ogni numero. Vuoi spiegare ai lettori di Tracce il senso di questa iniziativa editoriale?

Il mondo pullulava di dilettanti, pazzoidi e cialtroni che pretendevano di dichiarare guerra ad oltranza alla scienza 'ufficiale.' Con PK non avevamo la minima intenzione di farlo. Uscivamo perché eravamo convinti che la scienza non è tale se non è progresso. In tutti i campi. Nella corsa allo spazio il tempo non si ferma. E non si è fermato neppure sui reperti da museo etichettati più di un secolo fa, anche se qualcuno non se ne e accorto. Uscivamo per dire basta da un lato ai maghi, dall'altro ai pontefici e ai loro dogmi. Uscivamo non per prospettare assurde teorie, ma per tratteggiare nuove ipotesi di lavoro, per aprire qualche spiraglio su mondi affascinanti e troppo poco esplorati. Qualche spiraglio, non qualche fetta d’assurdità. Con PK abbiamo cercato di far pensare, non d’imporre. E se per far pensare c’è bisogno di un sogno, ben venga il sogno. Un pizzico di fantascienza invita a riflettere, pero non si deve spacciare per scienza.

L’Associazione Studi Preistorici che dirigevi aveva per simbolo il serpente galattico. Fra l’altro la sigla ASP, in inglese, significa proprio 'aspide'. Una scelta voluta?

C’era una volta un pianeta detto Hub, posto al centro dell’universo, retto da un consiglio di cui faceva parte un illustre biologo, Lucifero. Quest’insigne scienziato volle dar vita ad una razza di superuomini, ma i suoi avversari politici lo combatterono e vinsero, esiliandolo sul nostro globo. “Vi fu guerra in cielo. Michele e i suoi angeli combatterono contro il dragone, e il dragone - il serpente antico chiamato Diavolo Satana - venne gettato giù sulla Terra e i suoi angeli vennero gettati con lui”. Ciò afferma, fra l’altro, la Bibbia (Apocalisse, 12,7).
Le creature di Lucifero, i 'Veglianti', avrebbero insegnato all'uomo l’astronomia, l’astrologia, la lavorazione dei metalli e delle fibre tessili, l’agricoltura e parecchie altre cose (la conoscenza). Ammettiamo, per assurdo, che la faccenda abbia una base di verità. Pensiamo ad un naufrago che, proveniente da un paese civile, approdi in un’isola popolata da primitivi. Cercherà di rendersi la vita più facile e tenderà a tornare da dove e venuto: in entrambi i casi, avrà tutto l’interesse ad insegnare agli indigeni quanto conosce. E sarà per loro il 'dragone gettato sulla Terra.' Prima del racconto biblico il serpente non fu mai in alcun luogo ed in alcun tempo segno d’insidia e perfidia. E' stato, anzi, simbolo della creazione, dell’infinito, forse del volo.

Già negli anni 70 del secolo scorso sapevamo che la gran parte delle galassie aveva la forma del serpente avvolto a spirale. Ma troviamo la stessa figura presso tutti i popoli di un remoto passato, incisa sulla roccia, disegnata, fatta statua. Esistono indubbiamente legami tra figli di tempi immemorabili e l’universo. Con Pi Kappa cercavamo effettivamente di scoprire le gesta di questi naufraghi nostalgici o avventurieri dello oceano spaziale.

Puoi spiegarci come ti poni di fronte alla scienza e come questa può convivere con la fantascienza?

La scienza può e deve attendersi moltissimo dalla fantascienza.
Tesori di fantasia da cui non e raro veder scaturire lo stimolo a nuove conquiste, geniali intuizioni che possono fornire la chiave – cercata a lungo, invano, in altre direzioni – alla soluzione d’un difficile problema tecnico, elaborazioni in chiave letteraria di temi scientifici, tali da indurre menti necessariamente concentrate in campi piuttosto aridi a non trascurare l’elemento più importante, quello umano, con il suo bagaglio di speranze e timori, d’audacia e riflessione, di reazioni imprevedibili. Ma la fantascienza non deve pretendere di diventare cronaca, e tanto meno scienza. E noto che a porre in una luce assurda ed assai poco lusinghiera gli studiosi di alcuni appassionanti problemi apparentemente confinanti con l’incredibile, sono stati proprio scrittori di science fiction,usi a prendere un po' troppo sul serio i loro parti letterari. Il compito più nobile e più bello della fantascienza è di preparare l’umanità ai nuovi orizzonti schiusi dalla scienza (ma anche no - n.d.A). L’esplorazione cosmica, ad esempio, va considerata come una nuova, inevitabile fase della evoluzione scientifica e tecnica, alla quale non potremmo rinunciare senza compromettere per sempre le sorti del nostro genere. La fantascienza può e deve costituire il grande punto d’incontro fra scienza e umanità, nella poesia.

Su Pi Kappa c’era una bella rubrica intitolata Così inventammo il Futuro, in cui si cercava di far luce su scoperte ritenute inspiegabili. Rimane comunque oscura l’origine di altre stupefacenti nozioni possedute dai nostri antenati, riguardanti soprattutto il cosmo. Che ne pensi?

Per quanto si cerchi d’indagare a fondo nella storia della scienza, le conoscenze astronomiche di molti 'avventurieri del progresso' (il filosofo Anassimene, Pitagora, Democrito di Abdera, Archimede e Talete di Mileto, questo per fare degli esempi), restano avvolte nel mistero. C’e chi vede in queste straordinarie conoscenze le briciole del retaggio lasciato da favolose, antichissime civiltà, chi pensa ad 'influssi esterni', chi collega le due ipotesi. In verità non ne sappiamo nulla. Un moderato scetticismo è quindi comprensibile. Proprio com'è inaccettabile, dal canto opposto, una negazioneaprioristica.

Stiamo ancora cercando l’esatta collocazione della mitica Atlantide. Te la senti di darci dei suggerimenti?

Gli errori di Platone sono certo molti, alcuni suoi concetti espressi in maniera per noi discutibile, ma la sua descrizione della terra scomparsa e inequivocabile: “Oltre quelle che ancor oggi si chiamano Colonne d’Ercole si trovava un grande continente, dettoPoseidonis Atlantis”. Platone aggiunge che era “più grande dell’Asia e della Libia prese assieme”.


E' chiaro che le definizioni geografiche del 400 a.C. non corrispondevano a quelle odierne, ma è altrettanto evidente che l’Asia e la Libia di allora, messe insieme, dovevano coprire una superficie ben maggiore, ad esempio, dell’isola di Creta. Ogni tanto viene rispolverata la teoria di un archeologo greco secondo il quale Atlantide dovrebbe essere identificata in Santorini e le famose 'colonne' in non sappiamo bene quale passaggio tra isola ed isola.

In realtà, circa la posizione di Atlantide, Teopompo di Chio, vissuto nel IV secolo prima della nostra era, concorda appieno con Platone, ponendola “molto al di la delle Colonne d’Ercole, ai margini dell’Oceano.”

Le 'Purana' indiane parlano di una “grande terra, molto potente” estesa su quello che è ora l’Atlantico; il 'Mahabharata' fa la storia di “sette grandi isole del Mare d’Occidente” e non dobbiamo dimenticare le tradizioni americane: riferendosi alla 'patria degli antenati' narrano di AztlandAtlan Nahoatlan (che significa 'terra fra le acque'), descrivendole sempre come una estesa zona “posta un tempo la dove sorge il Sole e dove ora non c’e che acqua."

Seguendo le indicazioni fornite da Platone, il geologo russo Zirov descrive Atlantide come un paese montagnoso ed in effetti c’è un gigantesco sistema montagnoso che si stende da un circolo polare allo altro, passando quasi al centro dell’Atlantico. Tale sistema ha una soluzione di continuità nelle vicinanze dello Equatore. Secondo Zirov si può parlare di due catene, quella Nordatlantica nello emisfero settentrionale e la Sudatlantica in quello meridionale: secondo lui l’Atlantide di Platone ha a che fare con la prima catena. Potrei aggiungere numerosi altri elementi attendibili che depongono a favore dell’esistenza di un vasto arcipelago nello Atlantico, ma non voglio ripetere quanto ho già riferito nei miei libri.

Hai conosciuto personalmente Kurt Marek, meglio noto con lo pseudonimo C.W. Ceram, scomparso nel 1972. Parlaci di lui.

Ceram aveva capito che non era allineando un reperto accanto all'altro, etichettandoli, disponendoli in bella vista nelle vetrine dei musei o nelle pagine di pretenziosi volumi che si poteva ricostruire, sia pure a grandi tratti, la storia dell’umanità.

Ceram è stato il padre della storia dell’archeologia, ha aperto ai suoi lettori le porte dei musei, gli ingressi alle zone di scavo, di ricerca, ha spronato gli studiosi ad abbandonare sistemi d’esposizione sterili, se non controproducenti, ne ha indotto molti a trasformarsi, come lui, in 'cronisti del passato.'

Prima di Ceram, non sapevamo niente della civiltà cretese, di quella troiana, di quella egizia, tanto per ricorrere a qualche esempio tra i più noti. Sui testi scolastici, fino ad allora, avevamo appreso elementi fiabeschi. E' stato Ceram a spingerci a guardare oltre il mito, a ricordarci come ogni leggenda sia nata e si sia sviluppata da un nucleo reale. Lo scrittore tedesco ci ha insegnato a 'sognare la scienza' e l’unico appunto che gli si potrebbe muovere e quello di essere stato forse troppo prudente nelle sue affermazioni.
(...)
Chiudiamo questa chiacchierata, fuori dal tempo e dallo spazio, con qualche consiglio che daresti ai ricercatori di oggi.

La scienza è progresso. Ricordiamo che senza verifica, senza rettifiche, senza il coraggio di rinnegare quanto ieri ci sembrava inconfutabile, senza la caparbietà ragionata d’insistere su nuove ipotesi di lavoro, non vi può essere progresso.

Fonte
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giovedì 27 marzo 2014

Ecco perche' gli UFO sono invisibili all'occhio umano

Ecco perche' gli UFO sono invisibili all'occhio umano

spaziosacro
Articolo di: Serenella Speziale 
UFO nascosti sotto un flusso elettromagnetico invisibile all'occhio umano, ma a migliaia sono intorno a noi 
Scienziati indiani hanno finalmente capito come gli UFO ci osservino in volo fermo e siano intorno a noi dappertutto senza che noi ce ne accorgiamo. A Pune, India, ingegneri dell'Organizzazione di Ricerca e Sviluppo della Difesa Indiana stanno sperimentando un'apparecchiatura che permette di vedere gli effetti segreti di un intenso flusso elettromagnetico. Secondo qs super intelligenti cervelli indiani gli effetti finali di occultamento si ottengono creando un intenso flusso elettromagnetico intorno a qualsiasi oggetto. Anche i Russi hanno sperimentato simili meccanismi di occultamento.

Il flusso elettromagnetico puo' essere creato attraverso applicazioni molto avanzate di super conduttori. Questi sono mezzi paranormali per creare il flusso che rende ogni cosa veramente invisibile. Il flusso elettromagnetico puo' essere creato da qualsiasi persona attraverso la meditazione. Quando questo ha luogo, appaiono strani fenomeni che la maggior parte delle persone chiama miracoli, eventi divini ecc.
Gli scienziati stanno ricevendo sempre piu' indicazioni sul fatto che il flusso elettromagnetico e' usato per rendere gli UFO invisibili all'occhio umano. Alcuni animali hanno sensori che permettono loro di percepire l'energia al di la' del flusso elettromagnetico. Probabilmente cani e gatti vedono gli UFO sempre ma non lo sanno dire !
 
Secondo questi scienziati una macchina che vede attraverso il flusso elettromagnetico potrebbe vedere gli UFO in qualsiasi occasione. Il motivo per cui gli UFO sono a volte visibili per brevi periodi e' dovuto al fatto che quando un UFO entra nell'atmosfera terrestre e si avvicina ad un oggetto o ad una destinazione sulla terra, l'UFO deve mutare la velocita' ultrasonica o le sue tecniche di manovra verso la velocita' del suono e adeguarsi all'elettromagnetismo e alla gravita' terrestre.

Proprio in quel momento per evitare interferenze elettromagnetiche il flusso artificiale viene ritirato per brevi tratti di tempo. Quando l'UFO raggiunge la velocita sua tipica che puo' anche usare sulla terra, il flusso elettromagnetico viene riattivato. Questo spiega perche' molti piloti vedono gli UFO e li inseguono senza successo perche' spariscono improvvisamente. Se ci basiamo su questa scoperta, vediamo che ci possono essere miriadi di UFO intorno a noi. Ci sono anche indicazioni che il teletrasporto possa dipendere da questo flusso elettromagnetico. Questa notizia e' stata divulgata dal periodico on line -Indiadaily.com-.

LA FOTO DI SOLVAY FIRTH (L’uomo dello spazio)

foto di Jim Templeton
Il 24 maggio del 1964 Jim Templeton, un vigile del fuoco di Carlisle nell’Inghilterra del nord, fece una passeggiata sulle colline di Solway Firth per fare delle foto. Non avvenne niente di insolito, ma sia lui che sua moglie notarono una strana atmosfera.

L’aria era elettrica ma nessuna tempesta era in arrivo. Anche le mucche al pascolo sembravano nervose.

Qualche giorno più tardi il signor Templeton portò le foto a sviluppare. Quando le andò a riprendere, la persona che fece il lavoro gli disse che era un peccato che nello scatto più significativo della piccola Elisabeth, comparisse un uomo sullo sfondo. Jim non nascose la sorpresa. Infatti non avevano incontrato nessuno quel giorno.

Eppure nella foto in questione c’era davvero una figura dietro la bambina, uno uomo che indossava una tuta spaziale, o così sembrava.

Il caso fu riportato alla polizia che consultò la Kodak, la quale offrì una fornitura a vita di pellicole a chi avesse risolto il mistero di quell’immagine.

Non fu infatti, come aveva pensato la polizia all’inizio, un semplice caso di doppia esposizione. Il caso fu archiviato ammettendo semplicemente che si trattava di “una di quelle cose… una foto bizzarra!

Qualche settimana più tardi Jim Templeton ricevette due misteriose visite. Non aveva mai sentito parlare del MIB’s: in Inghilterra era pressoché sconosciuto. Comunque questi due uomini arrivarono a casa sua su una Jaguar nera ed entrambi indossavano abiti neri. Tutto normale, apparentemente, a parte lo strano comportamento dei due.

Invitarono Jim per in giro in auto e lo tempestarono di domande, una più assurda dell’altra. Volevano conoscere nel dettaglio la situazione metereologica del giorno in cui aveva scattato quella foto, e il comportamento degli uccelli e degli animali nelle vicinanze.

Cercarono infine di fargli ammettere che aveva solo fotografato un uomo di passaggio, ma quando Jim, molto educatamente, confermò con sicurezza che non c’era nessun uomo quel giorno, i due si irritarono e lo lasciarono a piedi a cinque miglia da casa. Così il povero vigile del fuoco dovette farsela a piedi!

giovedì 6 marzo 2014

PERCHE' SI HA PAURA DI DIRE CHE LA 'RELIGIO' DEI NURAGICI ERA BASATA SULL'ANDROGINIA E QUINDI SULLA RAFFIGURAZIONE O NATURALISTICA O SIMBOLICA DEL FALLO E DELLA VULVA?


PERCHE' SI HA PAURA DI DIRE CHE LA 'RELIGIO' DEI NURAGICI ERA BASATA SULL'ANDROGINIA E QUINDI SULLA RAFFIGURAZIONE O NATURALISTICA O SIMBOLICA DEL FALLO E DELLA VULVA? 
Gigi Sanna


Amici, vi propongo questo mio post a commento circa la resistenza degli archeologi di dire quello che va detto e scritto. Resistenza persino nel dire quello che dicono gli altri!

'' Beh, hai detto bene, cara [..] . 


Coraggio. 


Ci vuole sempre coraggio nella ricerca e non bisogna essere, soprattutto, bigotti. Anzi ti dirò che si è veri ricercatori quando si è veramente laici e non si appartiene a chiese di nessun genere. 


Pensa un po' tu che il concetto di nuraghe-fallo- toro, così evidente su basi documentarie di archeologia (è lo stesso concetto e il motivo per cui nasce la piramide) e di epigrafia (sigilli di Tzricotu, stele di Nora, pietra di Terralba, ecc.), non solo non lo si accetta ma addirittura non lo si menziona, nonostante io ne parli ormai pubblicamente da dieci anni. 


Si scrivono saggi di archeologia (Zucca) e si impegnano capitoli di libri (Frongia) per parlare (tentare di negare) di scrittura nuragica, si infarciscono anche di centinaia di note (che il più delle volte non esplicano proprio un bel niente), ma sul nuraghe fallo si tace

Non una parola! 

Figurarsi sulla vulva di Gremanu, quella dei Pozzi sacri o della tomba di Giganti! Mi sembra di sentirli alcuni di quei bacchettoni: che vergogna! hanno fatto bene i deuteronomisti a cancellare ed oscurare del tutto nel V.T. quello schifo pornografico e pornofonico cananaico dell'androgino, ammantato di concezioni astrali. lunari, solari e stellari, e cioè luminose, magari con condimento di tori e di serpenti. 

Lilliu nel descrivere il noto bronzetto denominato 'musico e ballerino' (ovvero per noi un discendente sardo di Aaronne con il diadema della santità) avverte che sotto il mantello (quindi del tutto nascosto alla vista) il personaggio è dotato di membro virile. In sostanza ci dice che viene raffigurato anche quando non ce ne sarebbe affatto bisogno. L'organo sessuale poi in altri bronzetti, come sanno ormai anche gli scolaretti, viene manifestamente ostentato in erezione o non. 

Così come vengono ostentate anche la vulva e le mammelle, cioè organi femminili che si contrappongono vistosamente all'organo maschile o, in generale, alla virilità. E che ti fanno gli archeologi? O ignorano o fingono di non capire, affastellando magari frasi senza senso per spiegare quello che invece si spiega in un minuto. 

La teologia naturalistico-razionalistica nuragica legata all'androginia, cioè al sesso maschile e femminile.

Figurarsi poi quando quella teologia se la ritrovano riprodotta con minore naturalismo e con più accentuato quanto raffinato simbolismo architettonico come in un nuraghe. Due più due allora non fa più quattro e quel simbolo ti diventa una fortezza, un granaio, una fonderia (anche questo è stato detto e scritto!), una residenza principesca o addirittura, un.... 'elemento del paesaggio'. Esumaria! Che YHWH l'androgino li perdoni!"

 (3 foto)